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Il mondo del tessile Made in Italy (e non solo) unito nella lotta contro il Covid-19

Il mondo del tessile Made in Italy (e non solo) unito nella lotta contro il Covid-19

In questo momento di emergenza sono tantissime le aziende che hanno deciso di convertire la propria produzione per realizzare materiale utile al personale medico nella lotta contro il coronavirus.

In particolare, il mondo del tessile Made in Italy - assieme a quello della moda - è sceso in campo per contribuire alla produzione di mascherine, camici e guanti.

Dai big come Armani, Gucci e Prada alle piccole aziende familiari, ognuno sta lavorando sodo per dare il proprio contributo.

Tra i primi a riconvertire la produzione nelle scorse settimane è stato proprio Armani che, impiegando i propri stabilimenti sparsi su tutto il territorio italiano, sta producendo camici monouso per il personale sanitario.

 

Il mondo del tessile Made in Italy

Settore tessile contro Covid-19

 

Ma sono tantissime anche le realtà più piccole che stanno riconvertendo la propria filiera per produrre il materiale sanitario necessario più che mai in questi giorni al personale medico e infermieristico, in una meravigliosa gara di solidarietà.

C’è ad esempio la Modaimpresa, un’azienda tessile di Isernia che dal Molise sta realizzando mascherine per l’intero territorio nazionale e da un po' di tempo anche per altri Paesi in difficoltà.

Un’azienda di Caorle che produceva biancheria monouso si è velocemente riconvertita alla produzione di mascherine e ora lavora no stop, sette giorni su sette 24 ore al giorno, passando dall’avere 10 dipendenti ad averne 70. 

In Piemonte la Ci.Ti.Elle di Castiglione Torinese ha interrotto la propria produzione di tessuti per il settore alberghiero per cominciare a realizzare migliaia di mascherine chirurgiche riutilizzabili da destinare agli ospedali della regione, lavorando a turni dal ritmo serrato con tutto il proprio personale.

La Novella Confezioni di Bastia Umbra, specializzata in tessuti di alta qualità e cachemire, sta invece producendo mascherine in poliestere riutilizzabili da regalare a chiunque in paese ne abbia bisogno. 

Anche ad Ascea Marina, in Campania, la solidarietà è di casa: una storica fabbrica di materassi ha convertito la propria produzione per realizzare mascherine in stoffa, utili non tanto in campo sanitario ma per proteggere gli operai e i lavoratori di tutte quelle aziende che stanno andando avanti a lavorare durante l’emergenza.

La Diastar Group s.r.l. di Grugliasco, in provincia di Torino, è specializzata nella realizzazione di abbigliamento utilizzato in campo odontoiatrico: grazie al particolare tessuto lavabile, idrorepellente e antibatterico di cui è dotata ha fermato la propria produzione per iniziare a realizzare mascherine particolarmente resistenti che possiedono una membrana fatta di particelle d’argento, fondamentali da utilizzare in ospedale. 

A Pescara la Fater s.p.a., azienda produttrice di assorbenti e pannolini, ha iniziato a produrre mascherine antibatteriche da donare alla Protezione Civile, mentre la Giosport, specializzata in abbigliamento sportivo in goretex, sta utilizzando questo materiale per realizzare maschere da destinare al personale della Croce Rossa.

La brianzola Montrasio Italia fino a poche settimane fa produceva prodotti per la pulizia della casa in tessuto-non-tessuto, e in venti giorni ha riconvertito le proprie linee e aumentato il numero del personale per realizzare un milione di mascherine antibatteriche al giorno, mentre a Vaiano, in Toscana, un’azienda specializzata in rivestimenti interni per auto, la Dreoni Giovanna, sta producendo oltre 2.000 mascherine al giorno da destinare agli ospedali.

 

Il mondo della moda

Mascherine coronavirus

 

All’appello della Regione Toscana per la richiesta di camici e mascherine hanno risposto moltissimi brand: Gucci donerà oltre un milione di mascherine e 55.000 camici, Prada produrrà 110.000 mascherine e 80.000 camici, Valentino, Ferragamo, Fendi, Ermenegildo Zegna, Céline e altri nomi celebri del mondo della moda italiana si mossi per far partire le proprie linee di produzione per realizzare mascherine, camici e guanti. 

Il gruppo Miroglio in soli sette giorni ha convertito la propria produzione e ad oggi è impegnato nella realizzazione di 100.000 mascherine alla settimana, fatte in elastan e cotone idrorepellente, lavabili e riutilizzabili.

Anche il gruppo Calzedonia ha convertito la propria produzione acquistando appositi macchinari che consentiranno la realizzazione di oltre 10.000 mascherine ogni giorno.

Il brand giapponese Uniqlo ha invece donato 400 piumini per i volontari e un milione di mascherine agli ospedali della città di Milano, con la quale si è creato un solido legame dopo la recente apertura del punto vendita nel capoluogo lombardo.

Anche il mondo della fast fashion e della moda low cost dà il proprio contributo alla causa: brand come Zara, H&M e Mango si sono mossi per produrre milioni di mascherine e donarle agli ospedali.

 

L'unione fa la forza contro il Covid-19

Insomma, il mondo del tessile Made in Italy e della moda non ci ha pensato due volte e ha deciso di mettersi al servizio del Paese per fare la propria e fondamentale parte nella lotta contro il coronavirus, realizzando in tempi record i materiali sanitari necessari al personale ospedaliero, ai volontari, agli operai e in generale a tutta la popolazione che sta affrontando l’emergenza di queste settimane, in una bellissima manifestazione di solidarietà e altruismo. 

 

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